Lorenzo il Magnifico, il Principe ora è grande e vuole diventare Re
Il mondo delle favole è costellato di regni in cui il Principe, stanco di dover sottostare alla volontà del padre-Re, brama di soffiargli il posto e le pensa tutte pur di riuscirci. Tanti sono gli espedienti tentati, addirittura c’è chi ha studiato meschini piani pur di uccidere il padre ed appropriarsi del trono. Insigne di meschinità non ne ha avuto bisogno: lo scugnizzo da Frattamaggiore è esploso definitivamente sotto la guida del maestro Maurizio Sarri, che lo ha reso protagonista della cavalcata del Napoli di quest’anno, prima come trequartista dietro le due punte, e poi definitivamente come ala sinistra nel consolidatissimo 4-3-3. Raggiunta la doppia cifra in gol ed assist, gli mancava solamente un piccolo tassello per rendere la stagione indimenticabile: il suo rapporto con la Nazionale. Nella sua ultima convocazione, infatti, ci fu un malinteso con Antonio Conte, che non prese bene il suo ritorno a Napoli a causa di un infortunio. “Voglio gente motivata e che vuole vestire la maglia della Nazionale”, queste le parole del tecnico salentino, che risuonavano come una bocciatura nei confronti di Insigne. Le sue prestazioni, però, sono state esaltanti anche negli ultimi mesi, rendendo di fatto impossibile non convocarlo a tre mesi dall’Europeo, considerato oltretutto lo scarso materiale umano a disposizione di Conte, soprattutto in quanto a talento vero e proprio. Col CT c’è stata la tanto attesa riappacificazione e con la Spagna Insigne, subentrato al posto di Eder, ha continuato a fare ciò che fa al Napoli, regalando giocate e spettacolo, il tutto condito dal gol del vantaggio azzurro. A Insigne serve la Nazionale, ma forse ancora di più alla Nazionale serve Insigne, che può diventare la scheggia impazzita di questi Europei, uno dei pochi in grado di far saltare il banco nella truppa di Conte. In Italia ormai tutti lo conoscono, ma lui vuole farsi conoscere a livello europeo, e quale migliore occasione per consacrarsi definitivamente tra i grandi del continente, se non l’Europeo? Conte lo sa, e anche su questa voglia punterà per motivarlo.
E poi si sa, le migliori fiabe finiscono con “e vissero felici e contenti”. Chissà che non sia anche stavolta così, nella fiaba firmata Lorenzo, il Principe che diventò Re.
A cura di Marco Prestisimone