Calcio in Pillole: rubrica di U. Garofalo – La metamorfosi di Jorginho

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Dalla lista cessioni al ruolo di leader della propria squadra, in taluni casi il passo è davvero breve. Lo sa perfettamente Jorginho, con la valigia quasi pronta dopo 18 mesi deludenti vissuti agli ordini di Rafa Benitez. Nella mediana a due dello spagnolo, il talento del giovane italobrasiliano era stato mortificato, sacrificato sull’altare di una ricercata (e mai trovata) compattezza che permettesse al tecnico iberico di schierare contemporaneamente quattro giocatori ultraoffensivi. I risultati, individuali e di squadra, sono sotto gli occhi di tutti. Con l’arrivo di Sarri, però, qualcosa per i calciatori azzurri è cambiato. A cominciare dal modulo e dall’interpretazione di gioco, più vicina alle caratteristiche della rosa partenopea. L’esempio lampante è proprio quello dell’ex metronomo del Verona, che in cabina di regia ha ritrovato verve e fiducia, sino a proporsi come uno dei migliori interpreti a livello europeo. L’interessamento recente dell’Arsenal, da sempre fucina di giovani talenti, non è casuale. Ma quali sono i numeri che stanno proiettando Jorginho persino in ottica Nazionale?

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Jorginho

Innanzitutto, quelli che ne certificano la costanza di rendimento. Nonostante la concorrenza di Valdifiori, pupillo dell’allenatore toscano, il regista classe ’91 è riuscito a difendere il posto da titolare dimostrando visione di gioco e tenacia: con 2666 passaggi ed il 90.6% di pass accuracy, Jorginho è il miglior calciatore del nostro campionato nella gestione della sfera; d’altro canto, con ben 239 palloni recuperati, si posiziona al secondo posto in questa speciale classifica, alle spalle di Magnanelli (253). Che occorra il fioretto o la sciabola, il numero 8 partenopeo appare a suo agio in entrambe le fasi di gioco. Il playmaker azzurro, in aggiunta, non partecipa esclusivamente allo smistamento del pallone a ridosso della linea difensiva, ma è protagonista anche negli ultimi 20 metri: in stagione sono 6 gli assist, 4 in campionato, 2 in altrettante gare di Europa League. Le occasioni create, in fondo, sono in totale 46 (nono in questa graduatoria), solo 21 in meno rispetto ad un giocatore molto più offensivo del calibro di Hamsik. Lo slovacco, così come i vari Albiol, Koulibaly e Insigne, è un altro di quelli che ha subito una metamorfosi all’interno del new deal griffato Sarri. Uno come Kafka, che di metamorfosi se ne intende, rimarrebbe di certo stupito dinanzi al lavoro dell’ex coach dell’Empoli e dalle prestazioni di Jorginho. Allo stesso modo in cui lo dovrebbe essere anche il ct dell’Italia Antonio Conte…

Calcio in pillole, rubrica a cura di Umberto Garofalo
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