IlTalentonline – I miracoli di Gabriel Jesus
Gabriel Fernando de Jesus, meglio noto come Gabriel Jesus. Brasiliano funambolico che, chiamandosi così, in campo non può che fare miracoli. Non divini ma tecnici. Esempio lampante di un Sudamerica che produce prospetti destinati a fare la fortuna dei top club europei nel corso degli anni a venire così come ha fatto in quelli addietro. Nasce nel 1997 a San Paolo e indossa la casacca del Palmeiras dal 2012, dopo una parentesi all’Anhanguera. Parentesi importante, tenendo conto che, grazie al titolo di capocannoniere conquistato nella Coppa di San Paolo U15 con 29 segnature, si pone all’attenzione delle grandi del Brasile. Nella società fondata dagli immigrati italiani oltre 100 anni fa diviene subito protagonista assoluto, con 37 gol in 22 partite del campionato Paulista 2014 under 17. 54 le reti dopo un anno e mezzo dalla prima apparizione col Verdao, che spingono la torcida a una petizione per la promozione in prima squadra. Evento che viene rimandato perché il club, impelagato nello lotta per non retrocedere, teme di condizionarne l’esplosione data la difficile situazione in classifica. L’esordio tra i pro avviene in Palmeiras – Atletico MG 2 – 2, gara valida per la prima giornata del Campeonato Brasileiro Serie A a cui seguiranno altre 19 presenze, con 4 reti e 2 assist. Attualmente il torneo nazionale in Brasile è fermo, quindi Gabriel è impegnato soltanto in Copa Libertadores: contro il River di Montevideo, il 17 febbraio 2016, è subentrato a gara in corso e ha messo dentro di destro la sua prima marcatura internazionale. Nel mentre ha disputato il Mondiale U20 con la sua Nazionale e gli occhi dei talent scout non hanno tardato a posarsi sul suo talento. Parliamo di un trequartista brevilineo capace di regalare numeri d’alta scuola. Può contare su un tiro potente, capita che trovi frequentemente un corridoio per servire il compagno dal limite dell’area. Rasoterra in profondità o con traiettorie alte che sia. Può giocare indistintamente largo a destra o centralmente nel tridente alle spalle della punta, è destro e col sinistro non ci scende neanche dal letto. Dovrà migliorare nei movimenti senza palla, ma brilla per potenza, agilità e rapidità nel dribbling. Senza dimenticare la capacità nel giocare spalle alla porta, nascondendo la sfera al centrale difensivo avversario e la bravura nel gioco di gambe. Adesso ci credo nei miracoli.
a cura di Francesca Flavio