In esclusiva per il Napolionline.com l’intervista a Vincenzo Liccardi terzino sinistro del Potenza, squadra che milita in serie D girone H.
Quando e come hai capito che il calcio poteva diventare il tuo lavoro oltre ad essere una tua grande passione?“Il calcio è il mio tutto, la mia più grande passione. Non ho ancora fatto niente, non so se considerarlo lavoro. Mi reputererò un vero e proprio calciatore quando firmerò un contratto da professionista”.
Come definisci squadra, società e tifosi del Potenza tua attuale squadra? “Ormai questa squadra è per me una seconda famiglia, siamo un gruppo unito ed è propria questa la nostra forza più grande. La società ci tratta benissimo, ci aiuta a crescere e ci fa sentire a casa. I tifosi? Beh, sono meravigliosi, la piazza di Potenza è sempre stata molto calorosa ed è stato questo uno dei motivi che mi ha spinto a venir a giocare qui. Abbiamo bisogno di loro, il Viviani deve tornare pieno”.
34 punti e decimo posto in classifica. Quali sono i vostri obbiettivi stagionali?”Il girone H è difficile, senza dubbio. Il nostro obbiettivo è la salvezza, vogliamo raggiungerla il primo possibile poi si vedrà”.
La scorsa partita avete portato a casa un punto, pareggiando 2-2 contro l’Aprilia. Come state preparando il prossimo match? Il San Severo è una squadra difficile da affrontare, all’andata è stata la nostra prima sconfitta con l’arrivo di Mr Marra. La stiamo preparando con impegno, come le prepariamo tutte. Io non ci sarò fisicamente per via della squalifica ma sarò lì con il cuore.
Sei definito uno dei terzini sinistri (under) di maggior rendimento e prospettiva. Dove sogni di poter giocare tra qualche anno?“Bella questa, io sono molto ambizioso e determinato, spero di poter realizzare il mio sogno, giocare in grandi palcoscenici ed arrivare alla serie A”.
Sei del 1996, come affronta un ragazzo così giovane la lontananza dalla propria terra (Napoli) e dai propri cari?”La lontananza non è mai stato un problema, anche da piccolo desideravo giocare fuori ma non ne ho mai avuto l’opportunità. Si cresce di più, si matura in fretta”.
Campionato allievi con Sarnese e Nocerina, poi sei ritornato a Sarno in prima squadra e ora Potenza. Ti è pesato il salto dal calcio giovanile a quello professionistico? Quali sono le difficoltà maggiori? “La serie D ha un gioco duro rispetto a quello che si gioca nei settori giovanili. Ti affronti con persone esperte, con gente che arriva anche dalla serie A. Pian piano allenandoti ti adegui ai ritmi di gioco, inizialmente puoi trovarti in difficoltà, sbagliare qualcosa, ma dagli errori si può solo imparare e crescere. Ora dopo due anni riesco ad esprimermi meglio”.
Hai un idolo a cui ti ispiri? “No, in realtà no. Dovete sapere che io sono fuori dal comune, non seguo e non ho mai seguito il calcio, non mi piace guardare in Tv quello che amo fare, preferisco giocare”.
Tre caratteristiche che dovrebbe avere per te il calciatore perfetto.”Corsa, personalità e testa”.
Pur non seguendo il calcio, chi secondo te può vincere lo scudetto tra Juve e Napoli?”Per quel poco che vedo credo che il Napoli abbia buone possibilità”.
Nel tuo girone (H) temi qualcuno in particolare?”No, nessuno. Come si dice, rispetto per tutti paura di nessuno”.
Foto: Tonino Mancino Di Pietro Mancino
A CURA DI ROSANNA BUONAURO