Calcio in pillole: rubrica di U. Garofalo – Sfortuna o demeriti? In medio stat virtus
Quattro partite senza vittoria sono bastate per parlare di crisi e Napoli in calo fisico. Secondo i media, la squadra azzurra si è trasformata rapidamente da leone a vittima sacrificale della Juventus, nonostante i bianconeri possano vantare un solo punto di vantaggio sui partenopei. Il gioco espresso giovedì in Europa League e la capacità di recuperare il pallone senza mai concedere opzioni di passaggio agli avversari, hanno lasciato in eredità una squadra carica e dotata di una discreta tenuta mentale. Le critiche a questo Napoli, dunque, sono totalmente ingiustificate? “Ni”. In attesa di un riscontro dell’Accademia della Crusca, è questa l’espressione che meglio racchiude il periodo napoletano. “Ni”. Higuain e compagni, infatti, nelle ultime dodici partite hanno mantenuto la rete inviolata solamente in due occasioni (Lazio e Carpi). Nonostante il filotto di otto vittorie consecutive, la formazione partenopea è apparsa più fragile rispetto al girone d’andata, quando in tredici partite aveva realizzato ben otto clean sheet (gol subiti unicamente da Juventus, Fiorentina, Inter e Bologna). Sfortuna a parte, quindi, gli azzurri devono rapidamente ritrovare la solidità in parte smarrita: i campionati – filastrocca ben conosciuta dai tifosi – si vincono più con la difesa che con l’attacco. A dimostrarlo sono proprio i rivali bianconeri: anche nelle partite in cui non riescono ad eseguire un tiro in porta, come nell’ultimo turno giocato a Bologna, Buffon e compagni concedono le briciole agli avversari. Per portare a casa i tre punti, in questo modo, basta un solo episodio favorevole, come l’autogol contro il Genoa o il tiro deviato di Zaza contro il Napoli. Ripartire dalla linea arretrata: deve essere questo il motto di mister Sarri.
Calcio in pillole, rubrica di Umberto Garofalo
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