Eppure era cominciato alla grande il mese di febbraio. I successi con Lazio e Carpi avevano fatto ben sperare per il prosieguo di un mese che vedeva in programma dei confronti davvero molto importanti. Purtroppo, il Napoli ad un certo punto si è fermato. Non per demeriti propri, ma alla fine ciò che contano sono i risultati del campo. Certo, si può tirare in ballo la sfortuna e l’arguzia degli avversari, ma la frenata è stata palese sia in campionato che in Europa League. A rompere l’incantesimo della vittoria è stata la Juventus assicurandosi il successo con il gol ad occhi chiusi di Zaza. Bastava tenere qualche altro minuto e a quest’ora la classifica sarebbe stata diversa. Allo Stadium, invece, si è pagato dazio così come al Madrigal contro il Villarreal. Nel giro di quattro giorni il Napoli ha subito l’onta di due sconfitte consecutive. Vabbè, c’erano tutti i presupposti per rifarsi con il Milan. Gli azzurri volevano dimostrare di essere ancora vivi e di poter dire ancora la loro nella corsa scudetto. Risultato? Il Diavolo, tutto chiuso dietro la linea del pallone, ha sfruttato al massimo l’unico tiro in porta di Bonaventura che è valso il pareggio immeritato.
Facendo i conti, in dieci giorni il Napoli si è ritrovato in balia di una situazione che aveva vissuto solo ad inizio stagione. Quando perse con il Sassuolo e impattò con Empoli e Sampdoria. Un febbraio tipico. In questo mese, anche quando allenava l’Empoli, Maurizio Sarri non ha mai eccelso. Anche se non si ricordano sconfitte. Nello scorso torneo battè Cesena e Chievo e pareggio in casa del Milan. L’anno prima su quattro gare ne vinse solo una e impattò le altre. Al suo esordio sulla panchina del club di Corsi riuscì ad avere la meglio su Livorno e Brescia mentre tutte le altre partite finirono 1-1 (con Sassuolo, Trapani e Padova). Va
detto, però, che prima aveva una sola gara alla settimana e quindi poteva organizzare bene il suo lavoro. Adesso che c’è l’Europa League si sprecano delle energie in più e non si fa a tempo a finire un match che ce n’è subito un altro. Salvatore Caizza (Il Roma)
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