IlTalentonline – Don Rodrigo, il promesso… volante
Certe volte devi fidarti delle prime impressioni, abbracciare l’idea che dicano molto e subito. Dare loro credito, crederci. Funziona così d’altronde quando devi riconoscere qualcosa che c’è ma non tutti vedono. Succede che i tuoi occhi siano rapiti da 186 centimetri di centrocampista brasiliano, o volante per dirla alla sudamericana, e la convinzione che il futuro sia suo ti pervada. Perché te ne dà modo di pensarlo in ogni momento del gioco, ti mostra i suoi punti deboli così come le sue potenzialità. E non importa se per 1, 10, 100 minuti, d’altronde basta poco per scorgere l’eccezione alla normalità. A qualcuno può sembrare superficialità, ad altri un giudizio affrettato, eppure lo scouting del Manchester United e chi scrive convengono che Rodrigo Dourado Cunha di talento ne abbia eccome. Nasce il 17 giugno 1994 a Pelotas, entra nel vivaio dell’Internacional nel 2006 e, da qui, è tutto un crescendo col rosso addosso. La prima volta tra i professionisti risale a Internacional – Sport Recife 2 – 2 del settembre 2012 in cui è protagonista da titolare per 45 minuti di gioco. Parentesi breve prima della grande stagione 2014/2015, quella che lo vedrà impegnato sia in campionato che in Copa Libertadores in ben 38 occasioni. Segna, di testa, il primo gol della sua carriera allo Sport Recife, club contro cui esordì, e mette insieme anche 3 assist. Oltre ad attestarsi come uno degli artefici assoluti della marcia del “Colorado” fino alla semifinale della Champions League sudamericana e del trionfo nel campionato Gaucho. E’ un mediano dalla struttura fisica imponente, accorcia con il timing giusto sull’avversario, legge benissimo le linee di passaggio e va per l’intercetto. Reattivo sugli appoggi, lavora anche con degli spostamenti laterali e non concede respiro all’uomo che sta marcando. Destro non male nel gioco corto, un De Rossi sudamericano per la capacità di trasformarsi in elemento aggiunto alla difesa. Incide poco in costruzione e, a volte, appare timoroso quando deve giocare il pallone. Egregio saltatore, fa da schermo ed è perfetto nel 4 – 2 – 3 – 1 ma deve lavorare sulla gestione delle energie. Questo centrocampista s’ha da fare.
a cura di Francesca Flavio