Tu chiamale, se vuoi, emozioni. Sono quelle di Fabrizio Pallotta, da otto mesi massimo dirigente del Benevento e da lunedì sera presidente della squadra capolista del girone C di Lega Pro. Per uno che si considera una matricola che ha tanto da imparare è una grande soddisfazione: «E’ una bella notizia che prendo con tutta la prudenza del caso. Così come non mi sono depresso quando eravamo indietro, non mi esalto ora che siamo primi. Ma, come diceva Catalano, stare in vetta è decisamente meglio». Tifoso del Napoli per vocazione familiare, si ritrova ora a vivere col batticuore anche le partite del Benevento: «Diciamo che la larga vittoria sul Melfi mi ha consolato della sconfitta degli azzurri. Quella è una vecchia passione, una malattia incurabile, ma il Benevento sta diventando sempre più infettivo. Ho visto la partita col Melfi insieme al Questore di Benevento e gli ho confidato che l’ansia che provo nel corso di una partita dei giallorossi mi fa quasi sentire stupido».
La serata di lunedì è stata una di quelle che non si dimenticano in fretta: «E’ vero, questa volta non ho sofferto per niente, anzi mi sono divertito tanto. Quando ha segnato Cissè, ho pensato che dovremo chiedergli i danni perchè con quel tiro ci ha smantellato la porta». Dal divertimento alla suggestione per l’anniversario di Imbriani: «Gli striscioni e quel coro sono stati toccanti, in questo la nostra curva è imbattibile. Sono soddisfatto anche della risposta che ha dato l’intera tifoseria accorrendo allo stadio numerosa nonostante il giorno feriale». Conquistato il primato, l’asticella delle difficoltà si alza. «Dopo la partita quel che più mi ha colpito è stata la serenità dei giocatori: tutti sanno che il percorso è lungo e difficile, nessuno si è fatto prendere dall’euforia. D’altra parte quando sono diventato presidente del Benevento ho solo detto che volevo divertirmi: questa squadra mi ha piacevolmente stupito».
Basso profilo. Vuole mantenere un profilo basso il presidente, sposa l’atteggiamento di Auteri che pensa già alla prossima partita di Monopoli: «Il cammino è in salita, questo è un campionato difficilissimo in cui non c’è una squadra che ci mette paura, ma non ce n’è neanche una che ci fa rilassare. Il nostro obiettivo resta di fare il massimo possibile, ma anche portare questa società ad essere stabile per la città metropolitana di Benevento».
Per la prima volta lunedì sera i tifosi dei distinti gli hanno dedicato uno striscione: «Sono contento, vuol dire che si comincia a capire il lavoro che stiamo facendo senza mai montarci la testa». 42 punti in classifica, 43 senza quel -1 che a marzo si proverà a cancellare: «Un intoppo di percorso, ma c’è un ricorso che sta facendo il suo iter. Stiamo stressando l’avvocato Di Cintio, abbiamo buone argomentazioni, ma non saremo noi a giudicare. Non ci contiamo, ma se dovesse venire sarà un punto in più». Melfi è un capitolo archiviato, ora si va a Monopoli: «Dobbiamo giocare come se fosse la prima del girone, motivati e con una buona dose di umiltà. Nessuno ci farà regali e adesso comincia la parte più difficile. I presupposti per fare bene ci sono: stiamo bene di testa e di gambe, siamo sul binario giusto, il nostro intento è quello di non deragliare mai».
Corriere dello Sport