Fabio Cannavaro alla Gazzetta: “Sarà difficile giocare a Torino, ma prima di entrare in campo. Dopo sarà tutto diverso”
Giochiamo questo JuveNapoli. Cominciamo dagli schieramenti: scontato il 4-3-3 di Sarri, Allegri come si regolerà visto l’assenza di Chiellini e Khedira? «Credo alla fine opti per la difesa a quattro, altrimenti rischia di avere troppi giocatori un po’ fuori ruolo. Perché Barzagli non è un sinistro e a tre dovrebbe giocare da quel lato, così come Lichtsteiner non è abituato a stare nei tre dietro. E perché il Napoli gioca con tre attaccanti veri e finiresti per difendere a cinque, restando troppo basso». Grande equilibrio, come si decide la sfida? «Le difese hanno grande qualità e organizzazioni e in più schierano portieri ottimi pure sotto il profilo della personalità. Su Gigi potrei scrivere un libro. Reina non solo è bravo coi piedi, ma sa capire momenti e tempi di gioco nel far ripartire l’azione. Per questo credo che potrà finire in pareggio». Se no? «Decidono i calci piazzati. Su quelli diretti Dybala e Insigne sono micidiali, ma c’è anche Pogba. Poi Allegri e Sarri avranno preparato scrupolosamente degli schemi per aggirare gli schieramenti sugli altri calci da fermo. Addirittura il Napoli cura pure le rimesse laterali. In questo senso, senza Chiellini la Juve perde centimetri e forza fisica». Oltre i calci da fermo, la catena di sinistra del Napoli spesso è decisiva tatticamente. «Sì. Perché Hamsik sa inserirsi come pochi, Ghoulam sa dare profondità e crossare e poi c’è Insigne. Lorenzino è la vera sorpresa. È cresciuto tantissimo e fa la differenza: Higuain si conosceva già. Se oggi Pipita segna di più è perché Lorenzo spesso diventa imprevedibile e immarcabile, inventando giocate e aprendo spazi che esaltano il centravanti argentino». Con una Juve a tre dietro, Cuadrado rischia di rimanere imbrigliato in fase difensiva. «Attenzione però. Il colombiano può ribaltare in un attimo l’azione: è più veloce di tutti ed è in grande forma. Può diventare decisivo nelle ripartenze». Altre armi del Napoli? «I tagli alle spalle della difesa di Callejon. Il tridente azzurro funziona come una perfetta bilancia: da un lato si abbassa Insigne, dall’altro si alza lo spagnolo. Hanno fatto così gol alla Lazio e pure al Carpi, anche se è stato annullato. Callejon è bravo sia a cercare profondità e anche nel difendere come un terzino». Dybala sembra invece l’uomo in più della Juve. «L’argentino sa ballare come pochi sulle linee. E sa far male. Il Napoli a palla scoperta non dà profondità. Ma su Dybala dovrà essere bravo Jorginho ad accompagnare la seconda palla». Alternative? «Pogba non lo scopro io. Dal centro-sinistra, quando è assistito dall’esterno che sale e “allarga” la difesa, sa infilarsi negli spazi e andare al tiro o all’assist con grande velocità di esecuzione e qualità». Quali sono gli uno contro uno che la stimolano di più? «Higuain-Barzagli. Secondo me i migliori nei rispettivi ruoli: sono curioso di vedere chi dei due sarà assistito meglio dai compagni per prevalere sull’altro. E poi quello tutto spagnolo Morata-Albiol. Si conoscono dai tempi delle partitelle infrasettimanali di Madrid, al Real: entrambi molto tecnici. Il più interessante sarebbe stato Khedira-Hamsik, ma credo il tedesco non ce la farà. Un vantaggio per il Napoli». Cabina di regia. «Sono curioso di vedere come e con chi si alzerà ogni squadra per pressare il portatore di palla. Se su Marchisio andrà Higuain, sarà più libero Bonucci di impostare. L’assenza di Khedira potrebbe dare un po’ più spazio a Jorginho». Come allenatore si sente più vicino ad Allegri o Sarri? «Bravissimi entrambi, soprattutto nella gestione del gruppo, nel rispetto che i loro giocatori mostrano di avere. E poi hanno saputo cambiare in maniera intelligente il loro modo di schierarsi. Sarri ha rinunciato al trequartista, Allegri ha lasciato il 4-3-3 per seguire altre strade. Il tecnico del Napoli sta portando novità interessanti, per questo mi piacerebbe allenare gli azzurri per caratteristiche e atteggiamento: apprezzo il loro modo di pressare alto per riconquistare subito palla. Hanno un gioco più spettacolare». Cosa le piace di più delle novità apportate da Sarri? «Vedere una squadra sempre cortissima. Ogni giocatore sa sempre cosa fare. E poi l’organizzazione difensiva. Prendete Koulibaly: certo, ci mette più attenzione, ma ora ha sempre riferimenti precisi davanti e di lato e sa qual è la scelta migliore per essere più efficace. Anche quando si scopre di più, il Napoli lascia tre uomini dietro supportati dal mediano basso: difficile sorprenderli. La velocità del senegalese fa il resto. Guardando quei movimenti, anche sui falli laterali, capisci che lavoro di preparazione c’è nella settimana di allenamento». Aspetti psicologici: non l’ha stupita sentire Buffon dire: «Va bene anche un pari»? Non è un atteggiamento che trasmette insicurezza? «Tutt’altro. Gigi non parla mai a caso. Alla Juve rispettano il Napoli, piuttosto erano stupiti di come fosse andato male l’altro anno con Benitez perché il potenziale è fortissimo come sta dimostrando l’ottimo lavoro di Sarri. Buffon sa che restare oggi a due punti dal Napoli è importante, davanti ci sono tre mesi densi di impegni. La Juve si sente più forte mentalmente per reggere questo lungo stress». Influirà giocare in casa Juve? «Non tanto in campo, ma prima di entrarci sì. Non ho avuto la fortuna di giocarci, ma conosco l’impianto. L’avversario arriva dentro e attraversando i corridoi vede in ogni angolo campioni di ieri e di oggi con la maglia bianconera alzare trofei. Come dire: “Vinciamo sempre noi”. Puoi anche entrare in soggezione in un ambiente del genere. Ecco, il Napoli farà un ulteriore salto di qualità se entrando lì dentro avrà l’atteggiamento mentale di chi regge la sfida per giocarsela alla pari. E in questo senso il tifo contro ti gasa. Per vincere lo scudetto devi passare da Torino e fare risultato». A proposito, lei propende più per un pareggio: poi in maggio chi arriverà davanti? «Ci sono ancora tante partite e soprattutto tanti fattori. Su tutto le coppe europee che tolgono parecchie energie fisiche e mentali. E l’Europa League più della Champions, perché si gioca al giovedì e hai meno tempo per recuperare se torni in campo domenica per il campionato. Poi, da un punto di vista psicologico, visto che i turni di campionati saranno spesso sfalsati, è meglio giocare prima: chi scende dopo in campo avrà più pressioni per il risultato acquisito dall’avversario. E la Juve avrà più anticipi, rispetto al Napoli che giocherà anche al lunedì dopo le gare internazionali». Le tifoserie che peso possono avere? «A Torino sono abituati a vincere. Napoli è unica per come sa “incendiarsi” di entusiasmo. Mi pare che Higuain e gli altri sappiano cogliere tutta la spinta che arriva dalla mia gente, senza perdere concentrazione. Questo è un aspetto importantissimo per poter arrivare sino in fondo». Va bene il suo passato bianconero, ma tifa Napoli... «È la mia città, il cuore è lì. Logico sia così. Ma questa partita me la vorrò godere da addetto ai lavori, capire ogni sfumatura tattica per imparare. Poi sabato a casa mia, a Riad, saremo col mio staff, quasi tutto napoletano ed è ovvio per chi si esulterà». Quando vedremo Cannavaro allenare in Italia? «Non dipende solo da me. Ho accettato di venire a Riad per verificare il lavoro dello staff che abbiamo creato, per crescere. Non mi andava di stare fermo, avevo voglia di stare sul campo a lavorare. Per confrontarmi con un calcio asiatico che è in crescita esponenziale. Visto cosa sta succedendo in Cina? Certe cose le sostenevo già almeno da un paio d’anni». E poi? L’azzurro ha il suo fascino e Conte sembra proprio voler lasciare dopo l’Europeo… «Sarei ipocrita se dicessi che l’azzurro non mi interessa. Per me è sempre il massimo. Non so cosa farà Conte, ma so cosa farò io: continuare a provare sul campo le mie idee di allenatore, cercando di crescere con le esperienze che si maturano, con il confronto con altri colleghi. Ora sono concentrato sull’Al Nassr, fra poco iniziamo la Champions asiatica e devo puntare a migliorare il gruppo di giocatori che ho a disposizione. Fino a maggio lavorerò in Arabia Saudita. Poi vedremo che possibilità ci saranno. Tanto non vi libererete di Fabio Cannavaro…».
Fonte: gasport