APPROFONDIMENTO Attacco – Avanti a suon di manite
Cinque squilli. Un suono che da queste parti vibra spesso. Cinque reti che sono il risultato della sostanza applicata alla logica. Sono il risultato del metodo applicato alla progettazione. Risultato di un gioco che diverte e fa divertire i suoi stessi interpreti. Cinque goal che partono dal talento di Insigne fino alle infinite corse di Callejon che concretizza anche due volte. Cinque goal che sanno partire da una metà campo che progetta e costruisce, inventa e verticalizza, apre il gioco e si inventa la partita, quando l’Empoli sembra prenderla troppo in fretta. Cinque goal che maturano quando il Napoli sprofonda. C’è il talento che riaffiora, ma non un talento singolo, un talento figlio del gioco e quindi figlio legittimo di una grande squadra che sa essere bella e cinica, concreta e spettacolare, affamata e saggia. Il Napoli è questo. E’ la sintesi di un gioco che diventa metodo perchè tutti ci credono. Filosofia applicata al metodo, algoritmi che costruiscono percorsi precisi che portano alla realizzazione di un’opera che è sempre in divenire. Il goal empolese arriva quando meno te l’aspetti. Si sveglia così il gigante addormentato. Ed arriva come un treno che ti massacra in corsa e non lascia niente. Uno dietro l’altro. Perla di Insigne, due goal di un Callejon che interpreta il ruolo come tra i migliori al mondo. Un esterno tutto fare e dall’altra parte Insigne che confeziona e ricama mentre il Pipita spreca, segna, pareggia. Il due a uno lo fa Insigne su calcio piazzato. Magia. Il terzo è un’ autorete. Chiude gli ultimi due chi suda la maglia con l’umiltà del mediano e la classe dei pochi , Callejon. Cinque goal che sanno incantare ma senza illudere, che danno gioia ma non esaltazione, che danno fierezza ma mai sensazione che l’opera sia finita. E’ il Napoli, che respinge per l’ennesima domenica la vecchia signora.
A cura di Alessandro Tullio