ESCLUSIVA – Tommaso Starace (mag. Napoli): “Ricordo un simpatico aneddoto che riguarda il grande Maradona. Il caffè? E’ un simbolo di ospitalità e di sana allegria”
Intervista davvero stuzzicante che riguarda il magazziniere azzurro
Martedì pomeriggio alle ore 17,00 all’interno della Sala ricevimenti del “Caffè Gambrinus” c’è stata la presentazione del libro “Maradona il sogno di un bambino” scritto da Stefano Ceci. A fare da moderatore c’era il collega del Corriere dello Sport Ciccio Marolda e tra gli ospiti anche Salvatore Carmando, l’ex capitano dagli anni ’80 Beppe Bruscolotti, il magazziniere del Napoli Tommaso Starace e Hugo Maradona. Ilnapolionline.com ha intervistato il magazziniere del calcio Napoli Tommaso Starace su acuni aneddoti che riguardano Maradona e non solo.
Lei l’altra sera disse un aneddoto su Maradona con la nazionale dell’Argentina, con la maglia del Napoli invece ce ne sono? “Su Diego ci sta un aneddoto davvero molto bello e al tempo stesso simpatico. Lei sa che anticamente non c’era il bagno o la doccia ma lo scaldabagno e mi ricordo che al San Paolo ci ritrovammo senza doccie. Si stava rifacendo il nuovo impianto di Fuorigrotta e attraverso i boiler non scendeva l’acqua calda e Maradona si preoccupò. Allora trovammo il sistema per il Pibe, prendemmo l’acqua fredda e la riscaldammo nelle bagnarole e lo lavamo come si faceva con i bambini con il secchiello e mi ricordo che ci facemmo molte risate”.
Oltre al grande Diego si ricorda altri personaggi all’interno dello spogliatoio che erano più simpatici e animavano il gruppo? “Uno in particolare non mi ricordo, in quel periodo era un gruppo solido e compatto, da Careca a Giordano, senza dimenticare Carnevale, De Napoli, un giovanissimo Ciro Ferrara che da buon napoletano si identificava ancora di più, per non parlare di Beppe Bruscolotti e infine Moreno Ferrario. Credo che in quel periodo erano tutti simpatici e bravi al tempo stesso, perciò eravamo davvero una squadra”.
Come nasce il caffè di Tommaso Starace, dagli anni ’89 ai giorni nostri, la qualità non è mai cambiata. “Il caffè è principalmente un piacere per me, nel senso che lo si offre per ospitalità, dopo aver pranzato lo si beve come una sorta di digestivo per passare momenti di sana allegria con le persone e al tempo stesso ti addolcisce la bocca”.
Intervista a cura di Giuseppe Sacco
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