Maurizio Sarri è un allenatore… che allena. Può sembrare ovvio ma non lo è per Alex Schwazer, il marciatore altoatesino che attualmente è squalificato per doping ma che assieme al professor Sandro Donati, guru mondiale dell’antidoping e consulente della Wada, l’agenzia mondiale che si occupa della lotta alle sostanze proibite, sta cercando la difficile impresa di qualificarsi per i Giochi di Rio de Janeiro.Da un anno i due vivono praticamente in simbiosi a Roma nel tentativo di rimettersi in gioco il primo e di dimostrare che lo sport pulito è possibile il secondo. «Ho notato molta diffidenza nei miei confronti -ha detto Alex, olimpionico nel 2008 a Pechino e trovato positivo quattro anni dopo in un controllo preolimpico – ma sono sicuro che riuscirò a convincere tutti ».
«Da quando sono a Roma – ha raccontato in una intervista che sarà trasmessa oggi dal settimanale sportivo «Dribbling» su Rai due mi sono avvicinato al calcio. Apprezzo molto il lavoro di Sarri che è il mio allenatore preferito. Sfrutta al meglio il potenziale a sua disposizione e si nota la sua mano nel lavoro della squadra ».
Un allenatore che allena per Sandro Donati che pure si intende di campioni e tecnici. «La cosa che ad Alex e da me piace più di Sarri -ha detto – è il fatto che sa conciliare una elevata condizione fisica dei calciatori con la capacità di sfruttare al meglio il potenziale a sua disposizione senza spinger e sul presidente per l’acquisto di questo o quel giocatore. Ed anche la sua vicenda nel Napoli fa capire che per ottenere i risultati c’è bisogno di tempo. È il vero allenatore, il migliore in circolazione».
Anche se il look lascia un po’ a desiderare? «Assolutamente no. La tuta è il simbolo di chi è sicuro di sé e delle sue capacità di analisi. Si capisce che ogni allenamento aggiunge qualcosa alla sua conoscenza. Mi piacerebbe molto poterlo conoscere».
La Redazione