Sentiremo parlare di…Mehmedović, dalla Serbia con furore. Trequartista mobile dal destro sopraffino

Classe ‘98, di stazza piccola, proviene dal Čukarički ed è paragonato a Dragan Stojkovič. Sicura promessa

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I l protagonista di oggi è il serbo Zehrudin Mehmedović, un centrocampista d’attacco, un trequartista di sicuro avvenire, classe 1998 che sta meravigliando il mondo degli osservatori già da qualche tempo per le sue performance nel club Čukarički, dove mette in risalto doti tecniche assolutamente non comuni nonostante la giovanissima età. Qualche osservatore lo ha già Mehmedovic-580x400paragonato ad Adem Ljajić dell’Inter, forse perché anch’egli proveniente dalla regione del Sandjak a predominanza musulmana. Altri hanno visto nel ragazzo il “nuovo Dragan Stojkovič”, grazie al suo stile di gioco superiore e la piccola stazza (1,67 cm), un raffronto che obiettivamente tiene a tutti gli effetti. Zehrudin è difatti un fantasista genuino, un classico numero 10 e potrebbe definirsi il calciatore ideale che mancava da anni in Serbia. “Zeko” – coniglio in italiano, questo il suo soprannome – ha già avuto piccolissime esperienze di provini in Inghilterra nelle squadre di categoria dell’Arsenal e del Manchester City e quest’ultimo club pare sia pronto a lanciarlo presto nell’élite europea secondo fonti serbe. Mehmedović ha già esordito nella propria nazionale u17 contro Malta, collezionando al momento 5 presenze e realizzando 2 reti di ottima fattura. La personalità è spiccata, così come il senso della posizione in campo e la tempistica dell’assist-man con licenza di segnare. Queste sono le opinioni dell’allenatore del Čukarički che fece esordire il giovanissimo nella Jelen Superliga (campionato serbo) nel 2014 in una gara esterna contro il quotatissimo Partizan. Il 17enne (allora poco più che 15enne) fu in quell’occasione il più giovane giocatore del suo club e il secondo di tutti i tempi nella storia del calcio in Serbia. Zehrudin è un trequartista molto mobile, un destro sopraffino e un estro imprevedibile e si esprime al meglio quando è supportato da ali veloci. Un suo difetto, oltre a un uso ancora improprio del piede sinistro, è forse quello di tenere troppo palla seppure la sua grandissima visione di gioco gli consenta passaggi e lanci che evidenziano il suo innato talento. Nella sua nazionale è divenuto una specie di faro di riferimento del gioco, creando tempi e spazi per la fase offensiva come fosse un veterano. È un calciatore che possiede stile e che ha ampi margini di miglioramento, ma le sue qualità non passano assolutamente inosservate anche a chi non segue attivamente il calcio.

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A cura di Antonello Gallo

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