L’approfondimento di Riccardo Muni: “Il Napoli al giro di boa”
Al giro di boa gli azzurri sono arrivati davanti a tutti, al termine di un girone di andata giocato in maniera esaltante. In termini numerici, la squadra di Sarri ha collezionato il maggior numero di gol fatti, oltre che il maggior numero di palle giocate, di occasioni da rete create e, quindi, il più alto tasso di pericolosità. Se la pericolosità dell’attacco azzurro non sorprende per le sue qualità, il reparto che ha maggiormente stupito è la difesa che, dopo sei gol incassati nelle prime tre apparizioni in campionato, ha trovato il giusto equilibrio incassando solo nove gol nelle restanti sedici partite e risultando, di conseguenza, la seconda meno battuta del girone d’andata. Se il Napoli è la squadra che ha perso meno partite di tutti, solo due, non è assolutamente un caso.
Il lavoro di mister Sarri, iniziato nel ritiro di Dimaro, sta dando i risultati sperati e l’utilizzo del drone per studiare i movimenti della difesa, è stato replicato da altri tecnici. La svolta è arrivata dopo le prime tre partite di campionato, in cui il tecnico azzurro aveva riproposto lo schema tattico utilizzato ad Empoli che prevedeva l’utilizzo di un trequartista. Era Napoli-Brugge, esordio stagionale in Europa League ed il Napoli, con alcuni correttivi, cambiava marcia ed inanellava due manite consecutive (…in entrambi i casi fu 5 a 0…) con i belgi in coppa e con la Lazio in campionato. Il primo correttivo ha riguardato lo schieramento, il 4-3-3 che esalta al massimo le caratteristiche della squadra; l’impiego di Jorginho e Goulham in luogo di Maggio e Valdifiori ed Hysaj spostato nel ruolo di terzino destro, hanno fatto il resto. Da allora il Napoli è diventata una macchina perfetta, con gli automatismi che si sono perfezionati partita dopo partita. Ma è nella mentalità del gruppo che il tecnico di Figline Valdarno ha ottenuto i risultati più lusinghieri e l’atteggiamento della squadra partenopea ne è la dimostrazione. Un approccio con il giusto piglio e la massima concentrazione, la ricerca costante del risultato attraverso un determinato tipo di gioco, a prescindere dal l’avversario, ha prodotto 41 punti ed il titolo platonico di campione d’inverno. I commenti di alcuni avversari sono lusinghieri e lasciano ben sperare per il prosieguo della stagione. Una squadra che fa correre a vuoto i propri avversari, come definita da alcuni calciatori del Frosinone, è un osso duro per tutti, tanto da essere stata accostata al Barcellona, con le dovute differenze, ovviamente. I due minuti di Napoli-Fiorentina che intercorrono tra il pareggio del viola Ilicic ed il gol del definitivo 2 a 1 di Higuain, con gli azzurri che non consentono ai propri avversari di uscire dalla propria metà campo, sono probabilmente quelli più significativi di quale macchina da guerra sia diventata la squadra di Sarri. La squadra che vince divertendosi e divertendo, Higuaìn finalmente sorridente e più efficace, Reina che canta e balla con i tifosi con gli occhi ammirati e sirridenti a metà tra quelli di una tigre e quelli di un bambino di fronte al balocco sognato da sempre, la squadra che segue fedelmente i dettami del mister, sono il risultato migliore di un tecnico colpevomente ignorato per troppo tempo. Il girone di ritorno è alle porte e con esso una miriade di insidie. Al di là di modestia e scaramanzia, il Napoli è seriamente una delle candidate alla vittoria finale e qualunque avversario cercherà l’impresa epica giocando con il coltello tra i denti. Nessuna partita sarà né facile e nemmeno scontata e gli azzurri dovranno sudare le proverbiali sette camicie per portare a casa ogni vittoria. Da non trascurare nemmeno il fattore campo che vedrà il Napoli affrontare le cosiddette big tutte in trasferta, ad eccezione del Milan. E questo rappresenta l’ostacolo più difficile che gli azzurri dovranno affrontare e, si spera, superare nel girone di ritorno. Tuttavia quattro big match su sette saranno concentrati nel mese di febbraio (Lazio, Juventus, Milan e Fiorentina) ed al termine di questo tour de force sapremo molto di più su quale futuro potrebbe attendere la squadra del cuore a maggio prossimo. Inoltre, al termine del febbraio di fuoco, ci sarà ancora tempo sufficiente per recuperare il terreno eventualmente perduto. Va da se che, qualora gli azzurri dovessero uscire ulteriormente rafforzati dagli impegni del prossimo mese, viaggerebbero a vele spiegate verso quella cosa che nessuno ha ancora il coraggio di nominare…ed è quello che auspichiamo.
Riccardo Muni