RIEPILOGO: Finalmente si riparte, e nella calza della Befana il Napoli trova solo dolciumi. Contro il Torino il cioccolatino più gustoso lo confeziona Insigne, che prima fa impazzire il San Paolo con una “malattia” al volo che beffa Padelli, poi, nel momento forse più difficile, manda in porta Hamsik, che ringrazia e torna al gol alla sua trecentesima in maglia azzurra. Si perché se nel pomeriggio e in serata Dybala e Ilicic chiamano, Icardi ammicca strizzando l’occhio… ” Il Magnifico ” risponde con una giocata da autentico fuoriclasse del calcio, quasi da spegnere i riflettori e andare a casa. Dopo una prodezza così, vuoi pure continuare? In ogni caso la corsa continua e la squadra di Sarri tiene il passo dell’Inter e della Fiorentina rispondendo alla Juventus, lasciando così invariate le distanze in vetta alla classifica.
HAPPYFANIA ( Pro ): Sospiro di sollievo. Sì, perché, diciamocela tutta, saranno stati i precedenti, la voglia frenetica di voler ricominciare, gli incroci con gli ex di turno ( Quagliarella e Ventura ) che spesso si rivoltano contro, le dichiarazioni allarmanti di Sarri alla vigilia, la paura di una possibile sindrome da ” capitone ” o da gambe appesantite dalle troppe abbuffate… ma si è arrivati a questa partita con una certa paura inconscia ed ansia da prestazione. Cattivi pensieri o poco più. Si perché questa squadra emoziona, e dentro (dentro?) ti fa portare qualcosa di puro, fragile, un pensiero fisso di positività che appena finita una partita, non si vede l’ora che ne arrivi un’ altra. Contro il Torino è stata l’ennesima prova di una squadra ormai matura, seria e affidabile, basata sulla cultura del proprio tecnico: il lavoro e la professionalità. Qualche buon piatto gustato nelle festività, un pizzico di rilassamento per scaricare le diossine della prima parte del campionato, riposo, ma poi subito testa al campionato e al futuro prossimo, presentandosi in perfetta forma a Castelvorturno. Perché si sa, si è presa veramente coscienza che si sta creando qualcosa di speciale, passo dopo passo, uniti insieme con lo staff tecnico e la città che non smette mai di cantare, anche oltre il novantesimo. E allora smentiti quelli che dicevano che il Napoli era Higuain dipendente, infatti ieri il ” Pipita ” ha delegato Lorenzo e Marek, ora ci si appella ai ” festeggiamenti ” di fine partita. Forse perché magari non si è mai avuto il piacere di sentirsi così idolatrati nelle città dove si è giocato, o si hanno problemi di infelicità personale; in ogni caso non c’è nulla di male a festeggiare, e poi è un modo per ringraziarsi a vicenda, pubblico e squadra. Di scaricare la tensione e caricarsi nuovamente vivendo in simbiosi con la città, prendendosi tutto quello che di puro e sano possa offrire il calcio… poi, poca importa non aver vinto nulla, lo sport è anche emozione… quello che continua a non capire qualcuno.
DIN DON (Contro): Campanello d’allarme: anche in questa partita il Napoli ha perso brillantezza nel finale, facendo i conti con la reazione granata. Adesso i riflettori si spostano sulla società, perché con il mercato iniziato da poche ore, non basta più il lavoro egregiamente portato avanti da Sarri in questa prima parte di campionato. La rosa va completata e in tempi anche abbastanza rapidi, dando modo al tecnico di far inserire subito nei suoi meccanismi i nuovi arrivati. Un modo per programmare meglio il futuro e un calendario pieno zeppo d’impegni che attendono gli azzurri fino a febbraio. E’ vero, non e facile migliorare una macchina perfetta come il Napoli, con un’ identità precisa e dei meccanismi ben assimilati. Ma De Laurentis ha l’obbligo di farlo al cospetto di una città ormai matura e vogliosa di successi. Caro presidente un’occasione così dopo venticinque anni è troppo ghiotta per non essere sfruttata, soprattutto in un campionato che viaggia sulla scia dell’equilibrio.
A cura di Luigi Tramontano