Michele Landolfi: “I numeri parlano a favore degli azzurri, solo negli anni dei trionfi si è stati così vicini alla vetta. Tifosi pronti a bestemmiare e a sognare, ma anche la squadra pare crederci, e deve farlo”
Chi lo avrebbe mai detto che alla sosta natalizia, il nuovo Napoli targato Mister Sarri si trovasse in seconda posizione, in compagnia della Fiorentina, ad un solo punto dalla capolista Inter. Molto difficile come previsione visto il quinto posto della scorsa stagione e soprattutto dopo l’inizio del campionato attuale in cui gli azzurri hanno totalizzato solo due punti nelle prime tre gare. Dalla sconfitta di Sassuolo alla prima giornata, tutto è cambiato, precisamente il 17 settembre, quando per il primo impegno di Europa League, il Napoli di Mister Sarri asfalta in maniera decisa senza ombra di dubbio, il povero Brugge col pesante risultato di 5-0. Quella è stata la partita chiave che ha dato equilibrio a tutta la squadra, ma soprattutto compattezza e solidità a una fase difensiva troppe volte bucata in cui era presente ancora l’incubo dei 54 gol subiti della passata gestione tecnica. Quindi, dalla partita della svolta, ne sono seguite tante altre, anche con avversari nettamente superiori al Brugge, in cui il Napoli ha iniziato a scalare la classifica domenica dopo domenica fino ad arrivare in vetta e soprattutto è riuscito sempre a vincere ottenendo anche prestazioni di ottimo livello, proprio come vuole il suo allenatore. Un Napoli di alta classifica ricorda ovviamente quello degli anni d’oro di Maradona, Careca e compagni con la presidenza Ferlaino. In quei tempi, il popolo napoletano aveva l’obbligo di sognare, dato che in squadra erano presenti campioni che infatti hanno scritto gran parte della storia di questo Club. Il principale rivale degli anni 80 era il Milan di Sacchi, che rivoluzionò il modo di giocare nel calcio italiano con gli olandesi Gullit, Van Basten e Rijkaard e infatti tante furono le sfide di quegli anni ad alti livelli tra le due squadre, tra cui una di queste, causò un sogno infranto nel cuore del popolo partenopeo con la perdita dello Scudetto nel 1988 proprio al San Paolo gremito di gente. Oggi, a metà stagione ormai, vedendo giocare gli azzurri di Sarri, non si può non sognare, anche se Napoli è una città difficile sotto il punto di vista dell’entusiasmo, se si perde, una parte della tifoseria vede tutto negativo, se si vince, invece, vede tutto positivo e comincia ad immaginare la squadra pronta alla vittoria del campionato. Poi c’è l’altra parte dei tifosi, che sente molto la scaramanzia, infatti per nessun motivo pronuncia la parola Scudetto, definita da Mister Sarri anche una bestemmia. Ovviamente solo il tempo ci potrà dire se questo Napoli è veramente da testa della classifica pronto a vincere il campionato, quindi, quando ad aprile si inizierà a delineare un quadro molto più chiaro e preciso per la lotta al titolo, vedremo se la parola non pronunciata dai napoletani scaramantici sarà ancora una bestemmia o meno. Una cosa è sicura, la squadra, l’allenatore e tutta la società devono crederci, remando tutti nella stessa direzione fino alla fine, affinchè questo popolo tanto caloroso possa di nuovo ritornare a gioire per vittorie di titoli importanti che da queste parti mancano da troppo tempo.