L’orgoglio di Bagnoli: “Coverciano forma dei grandi tecnici che oggi sono ricercati anche all’ estero”
Osvaldo Bagnoli, tecnico made in Italy, passato alla storia per aver guidato nel 1985 il Verona al tricolore, ricorda cosa era Coverciano «Per quelli della mia generazione ha rappresentato un approfondimento attraverso il quale conoscere meglio la materia calcistica».
Più o meno i fenomeni in panchina delle ultime due generazioni sono usciti da lì. Tutto merito di Coverciano? «È chiaro che di base devi essere bravo, o comunque portato a praticare questo tipo di lavoro. La scuola ti modella e ti garantisce le fondamenta necessarie per fare l’allenatore a certi livelli».
Quelli di oggi sono più bravi rispetto al passato? «Sicuro. La differenza essenziale è che ai miei tempi si allenavano gruppi di 16-17 elementi. Oggi una rosa è composta da 22-25 persone ed è un’impresa gestire uno spogliatoio così numeroso. Bisogna essere abili non solo in materia calcistica».
Sorpreso dall’exploit dei nostri tecnici? «No, i miei colleghi sono tutti di ottimo livello. Qualcuno è super ma non li considero per niente inferiori agli stranieri».
Sta passando la moda di andarli a pescare all’estero? «Quelli molto capaci li abbiamo in casa. Perché cercarli altrove? Il termine“moda” può non risultare appropriato ma è perfetto per descrivere le tendenze del calcio. C’è stato il boom dei calciatori stranieri, poi dei tecnici, adesso sono gli altri paesi che stanno apprezzando il valore dei giocatori e degli allenatori italiani».
Comunque è una bella soddisfazione. Poi dicono che l’Italia del pallone è in crisi…«Non siamo in crisi, forse non lo siamo mai stati. Ci sono dei cicli che portano vittorie e grandi campioni, ed altri meno fortunati. Ora è il momento degli allenatori».
De Biasi in Albania, Spalletti in Russia, Ancelotti in Spagna e in Francia, Ranieri in Inghilterra, la Premier che vorrebbe Allegri e Conte: gli italiani che si sono fatti valere all’estero, ora sono i più corteggiati. «Rappresentano l’orgoglio del nostro movimento, la testimonianza più semplice ed efficace che attualmente, forse, siamo i migliori».
Il Mattino