Cds – Renica non ha dubbi: “Verona-Napoli? Due fisso”
Alessandro Renica, ex difensore del Napoli, è stato raggiunto dai microfoni del Corriere dello Sport. Ilnapolionline.com riporta le parole del’ex calciatore del Napoli campione d’Italia.
Verona-Napoli per lei è sempre un match particolare? «Senza dubbi. E domenica sarò allo stadio a gustarmelo».
Ha giocato con entrambi i club, da che parte penderà la bilancia del cuore? «Qui ho casa, ma in azzurro ho vissuto esperienze indimenticabili. Perciò le mie percentuali sono 51 e 49».
A favore di chi? «Giusto un pelino in più per il Napoli, sennò qui poi si risentono. Seriamente, spero che ne venga fuori un bell’incontro: vorrei che fosse solo sano relax calcistico».
Ma poi, come andrà a finire secondo lei? «Dovendo giocare la schedina, direi proprio 2 secco. C’è un bel divario tecnico e, inoltre, il Verona si porta dietro varie problematiche e limiti dovuti alle assenze».
Se torna Toni? «E’ un campione. Un giocatore importante che l’anno scorso ha dato quel qualcosa in più che adesso manca. Tutto girava in sua funzione e perciò, da quando è fermo stanno facendo molta più fatica».
Se fosse Mandorlini… «Non lo sono e non mi ci metto nemmeno. Inoltre penso che un’eventuale sconfitta ad opera di questo Napoli non sarebbe determinante per il suo futuro. Comunque, se fossi Renica alla guida del Verona, eviterei in ogni caso di stare lì ad aspettare per poi prendere un mucchio di gol. Ma la imposterei sulla velocità, sul pressing alto, sui continui raddoppi, proverei in tutti i modi a togliere aria e spazi a questo Napoli che non la fa buona a nessuno».
Allora le piace questo Napoli? «Moltissimo. Ha un modo di giocare a mio avviso esaltante. E’ incisivo, determinato, tambureggiante, sono undici e molto spesso si muovono come uno solo. Questa è la vera forza. Sarri è stato capace dopo tre partite di mettere a punto una macchina da gol e da punti pazzesca. Ed è la squadra che mi diverte di più in assoluto».
Era così anche nel Napoli di Maradona? «Modi di giocare diversi, però l’atteggiamento era quello. Rispetto alle scorse stagioni, oltre che più determinati, tutti mi sembrano più disponibili. Soprattutto nel seguire il tecnico. Che, dal canto suo, è bravissimo a rendere assimilabile la sua idea di calcio. Già dall’inizio mi espressi a favore di Sarri, aggiungendo che poteva essere la scelta giusta per la piazza napoletana e che bisognava solo dargli tempo per far sì che elaborasse con calma il suo sistema di gioco. Di tempo ne ha impiegato anche meno di quanto mi aspettassi».
Lei che era difensore, ora da quelle parti tutto pare quadrare. «Secondo me con Benitez c’era molta più casualità in difesa. Adesso c’è un lavoro ben preciso, ordinato, e tutti difendono, dal primo all’ultimo. Da non tralasciare poi gli indovinati innesti di Reina e Hysaj: sono fantastici».
Insomma Verona-Napoli: 2, ma per lo scudetto? «Se lo giocheranno Napoli e Roma, poi metto nell’ordine Fiorentina, Juve e infine Inter. Che non andrà tanto lontano, perché mi pare che non giochi a calcio. A differenza degli azzurri».
La Redazione