Jorginho e la cabina di regia: la metamorfosi di un calciatore
Jorginho, un altro giocatore. Resta sempre il ragazzo timido e gentile che arrivo nel 2014, ma in campo ora comanda lui. Viene dal Verona di Mandorlini che il Npaoli si appresta a sfidare dopo la sosta. Rimpainto gialloblù, accolto con gioia da Benitez, celebrato dall’ allora ds Riccardo Bigon. Già dai tempi di Verona si parlave di Jorginho in nazionale come possibile oriundo. Poi tutto cominciò a sfumare perchè fece bene soltanto nelle primissime apparizioni, per poi “sparire” ne i menadri del centrocampo a due deltecnico spagnolo. Arrivarono panchine su panchine e solenni bocciarure. Le sue doti di regista conciliavano poco con quel modulo, mentre con Sarri e il suo 4-3-3 (prima 4-3-1-2) ha guadagnato in fretta la maglia da titolare. Scalzato rapidamente Valdifiori, arrivato in azzurro per essere perno del centrocampo azzurro. Il 2016 potrebbe essere l’anno della definitiva consacrazione, in quanto, oltre a lottare per lo scudetto, Jorginho potrebbe ritrovarsi anche agli Europei in Francia. Antonio Conte e il suo staff già hanno preso indicazioni su di lui. Lui non ha fretta e aspetta, con calma. Adesso, c’è un Napoli che sogna lo scudetto ed un Jorginho che sogna un posto in nazionale. Lo si legge su Il Roma
La Redazione