La Nazionale Italiana si è radunata questa mattina a Coverciano in vista della doppia amichevole contro Belgio e Romania. L’assenza a sorpresa è quella di Lorenzo Insigne, non convocato dal ct Conte. L’ex bianconero spiega la sua decisione in conferenza stampa: “Dalla mia prima conferenza da ct ho detto che avrei voluto una squadra che rendesse orgoglioso il popolo italiano. Volevo trasmettere emozioni positive, da parte di un gruppo che sentisse questa maglia come una seconda pelle. Al centro del nostro progetto c’è il gioco perché questo è fondamentale per centrare traguardo importanti. Non è il singolo ad essere importante. L’altro aspetto al centro del progetto c’è la moralità, con atteggiamenti dentro e fuori dal campo. Ho detto che avrei valutato la voglia di chi arriva qui. Sono parole che ho già detto, concetti che ho già espresso. C’è chi lo ha capito subito e chi invece ha avuto bisogno di tempo. Io non ascolto i venti del nord, del centro o del sud. Servono valori straordinari per questa maglia, non bastano due o tre gol. Detto questo quelle su Insigne e Berardi sono scelte tecniche. Fare riferimento alla situazione di Insigne non è giusto. Non è una questione soggettiva. Il discorso è generale che si basa su cose dette ad inizio percorso, che cerchiamo di rinforzare mese dopo mese. Pensiamo agli aspetti positivi come la convocazione di De Silvestri, un ragazzo che si è rotto il ginocchio per noi e che alla prima occasione abbiamo deciso di convocare. Questo è quello che cerco, ovvero giocatori che sono a disposizione a 360°. Un altro esempio è Verratti che ha giocato con l’Azerbaigian con il rischio di farsi male. Altri avrebbero alzato bandiera bianca per evitare di saltare la gara con il club. Quando si varcano i cancelli di Coverciano deve esistere solo la Nazionale”.