Paolo Prestisimone (Emozionapoli): “Loro col Nuovo Friuli moderno e funzionale. A noi un San Paolo decrepito e malandato”
Il confronto di oggi stimola il paragone tra i due impianti sportivi, ma ora conta solo il risultato
I Nuovi sono qui, tra noi. I Nuovi sono quelli che sono riusciti a ristrutturare il loro stadio come se nulla fosse, come si risvolta
un calzino. Si parla degli udinesi: hanno messo a soqquadro il loro Friuli riconvertendolo alle nuove esigenze, alla modernità; sono proprio loro, la cui squadra affrontiamo domenica, che guardiamo negli occhi pensando a come possano essere riusciti a farlo e a non aver perso un pezzo d’identità. Poi ci viene la risposta: già, loro sono di Udine, mica sono napoletani. Lì fa freddo, il freddo ha contagiato anche gli autori del Nuovo Friuli, quelli che hanno aperto la strada, che hanno ammodernato strutture, prato, tribune, toilette, che l’hanno fatto modello per l’Italia, che sono il “modello buono” che dobbiamo imitare, noi come tutti
in Italia; e allora sarebbe stupido non cogliere l’occasione, visto che domenica sfidano gli azzurri al San Paolo. Cogliere l’occasione per capire, farci spiegare come hanno fatto, quanto costa, le cose difficili e quelle facili. Tutto, certo, senza perdere di vista che
innanzitutto devono prima lasciare i tre punti…
Ma rimodernare il Friuli è una cosa, rimodernare il San Paolo un’altra. Molto, molto diversa. Qui, lo sappiamo bene, il San Paolo non è solo uno stadio, è Lo stadio. Anche più. È il crogiolo nel quale sono da generazioni fuse emozioni, dolori, gioie, amori, delusioni, passioni infinite, insomma il San Paolo per Napoli è il tempio. E i templi sono come le chiese, vietato sconsacrarle, sarebbe peccato mortale, noi siamo quasi tutti cristiani, o almeno religiosi e a certi simboli ci teniamo… Così alla vigilia di Napoli-Udinese guardiamo quasi con sospetto “quei nordisti” udinesi che hanno praticamente completato il Nuovo Friuli e ne vanno orgogliosi. Ci siamo informati, la ristrutturazione dello stadio dei “pionieri” nasconde qualche trucchetto che sa di furberia napoletana, come a esempio il fatto che i posti da sedere sulle tribune sono state colorati ad arte da uno scenografo per apparire
– a una prima inquadratura televisiva – più piene di quello che in realtà sono. Lo stadio udinese aveva capienza di 40mila, è dovuto scendere a 25mila, così che si capiscono le mille polemiche di questi giorni su ventilati 40mila del futuro San Paolo, oltre che sul quantum che il Napoli dovrebbe pagare al Comune per il cosiddetto affitto, fino al tentativo di De Laurentiis di alzare il livello della tifoseria (per esempio con i ristorantini-top con vista sul campo per pranzi o cene con partita inclusa che costerebbero l’iradiddio). Ma al bando le ciance. Giovedì la squadra ha fatto il suo dovere straripando sul Midtjylland. Ora si va in campo in campionato: non sarà così facile, ora c’è da battere l’Udinese e basta. Senza se e senza ma. Poi al nuovo stadio ci mettiamo anche il fiocchetto, se volete. Uno per porta magari.
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